Perché ho le mani bucate? Una lettura psicologica – Psicologa Roma Acilia Ostia – Psicoterapeuta Infernetto Casal Palocco – Online
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Perché ho le mani bucate? Una lettura psicologica

Ci sono persone che dissipano i propri soldi e beni, non riuscendo mai a risparmiare denaro o a investirlo in modo proficuo. E la problematica è di tipo psicologico.

Troppe persone spendono denaro che non hanno guadagnato, per comprare cose che non vogliono, per impressionare gente che non gli piace.

(W. Smith)

Chiunque nella vita può andare incontro a difficoltà economiche più o meno consistenti, ma ci sono persone che hanno seri problemi a gestire il denaro e per cui essere sul lastrico non è la conseguenza di eventi fortuiti o tragici, ma di stili di condotta perpetrati nel tempo, dunque di un accumularsi di scelte sbagliate.

Questi soggetti dalle “mani bucate” spendono i soldi in modo compulsivo, cioè sotto la spinta degli impulsi, senza la mediazione di una reale riflessione, quasi fossero “spinti” da una forza interna incontrollabile. Di che forza si tratta?

Un meccanismo compensativo

Spendere soldi in oggetti o esperienze gratificanti fa indubbiamente sentire bene, dà uno stato di momentanea euforia, perfino un senso di onnipotenza. Ci sono persone, però, che diventano schiave di questo tipo di sensazione ed entrano in un rapporto con le spese simile a quello che il tossicodipendente ha con la droga.

In questi casi, le spese non corrispondono ad un’esigenza pratica o a una scelta di auto-gratificazione ponderata, ma sono il risultato del tentativo inconscio di modificare i propri stati interni negativi.

Si tratta di un meccanismo compensativo per vissuti di vuoto e mancanza. Non dimentichiamo che il denaro ha un forte potere simbolico e la società attribuisce agli status symbol legati ai soldi valori che vanno molto oltre al semplice piano economico.

Ma chi è il “tipico” scialacquatore, spendaccione o dilapidatore?

Il profilo psicologico dello scialacquatore

Gli scialacquatori sono caratterizzati da impulsività, scarso autocontrollo, difficoltà a porsi limiti chiari. Spesso sono anche persone ottimiste, generose ed ambiziose.

Purtroppo, hanno problemi ad agire in un’ottica di riflessione e pianificazione, poiché i loro comportamenti rispondono ad esigenze di appagamento immediato, mancando la capacità di tollerare le frustrazioni e rimandare le gratificazioni.

Quello che lo scialacquatore tenta di fare spendendo denaro, sostanzialmente, è riempire un vuoto e fuggire da emozioni negative, dalla depressione, da vissuti di disagio e angoscia.

Spesso, spendere diventa anche un modo di rafforzare la propria immagine sociale, trasmettendo agli altri una parvenza di potere e successo, che non si sente profondamente di avere.

Ci sono persone che, senza esibire status symbols, si sentono invisibili, poco attraenti, inadeguate e usano il denaro come mezzo per non sentirsi “inferiori”. Non pensano di poter essere apprezzati ed amati realmente per quello che sono, poiché non hanno una sufficiente stima di sé.

I meccanismi della dilapidazione

Quando l’autostima è particolarmente fragile e gli stati umorali “ballerini” si può diventare dipendenti dalle spese come riempitivo e trovarsi in serie difficoltà finanziarie.

La tendenza ad agire sotto le spinte impulsive, che annebbiano le capacità di ragionamento e analisi, fa sì che gli scialacquatori abbiano un atteggiamento nebuloso riguardo alle proprie finanze, con difficoltà a fare una stima esatta di entrate, uscite ed impegni economici.

Il ricorso massiccio al meccanismo difensivo della negazione li porta a sottostimare i debiti e sopravvalutare la propria capacità di farvi fronte, per questo fanno spesso il “passo più lungo della gamba” e si ritrovano sempre più sul lastrico.

Poiché spendere soldi è il mezzo che usano per sentirsi meglio, più la situazione si fa disastrosa, più tendono a spendere, proprio come una persona frustrata perché non riesce più a chiudere i jeans può consolarsi con una torta al cioccolato, creando un circolo vizioso da cui è difficile uscire senza un aiuto specialistico.

Capire la situazione caso per caso

Talvolta, la dilapidazione non è uno stile di condotta costante, ma si manifesta in corrispondenza di eventi di vita difficili, che suscitano stati depressivi da cui la persona tenta di allontanarsi, o delle fasi euforico-maniacali di un disturbo dell’umore di tipo bipolare, oppure di episodi di scompenso all’interno di un disturbo psicotico.

Anche se le spese eccessive non portassero la persona sul lastrico, comunque sono segno di uno squilibrio psicologico con ripercussioni nella vita affettiva e relazionale, che possono essere anche gravi.

Per questo è fondamentale rivolgersi ad un professionista per un inquadramento diagnostico corretto e un sostegno ed un aiuto concreto per rimettere in sesto la propria vita.

Per informazioni e appuntamenti: contatti.

Psicologa Psicoterapeuta Acilia (Ostia, Infernetto, Casal Palocco-Axa) e Corso Trieste, Roma.

Bibliografia

Andreoli V. (2011), Il denaro in testa, Rizzoli, Milano.

Galimberti U. (1999), Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano.

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