Nella trappola della rete: uso eccessivo di internet o vera e propria dipendenza? – Psicologa Roma Acilia Ostia – Psicoterapeuta Infernetto Casal Palocco – Online
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Nella trappola della rete: uso eccessivo di internet o vera e propria dipendenza?

Dipendenza da internet e cattivo uso delle nuove tecnologie: un rischio, dall’infanzia all’età adulta, che non va sottovalutato.

Internet è una grande risorsa per tutti noi, fonte di stimoli sempre nuovi, informazioni preziose, utilissimi supporti alle attività quotidiane, conoscenza e anche divertimento. Nell’era delle nuove tecnologie, però, sorgono anche “nuove” problematiche, come l’utilizzo patologico di computer e smartphone, l’abuso o la dipendenza dalla rete.

Questi fenomeni sono relativamente nuovi, dunque ancora in fase di studio, ma già abbiamo moltissimi dati e ricerche che possono aiutarci a orientarci e, soprattutto, a capire come cercare aiuto, per noi e per i nostri cari, in caso di un rapporto problematico con la rete.

Chiaramente, non è il mezzo in sé ad essere il problema, ma l’uso che se ne fa. La capillare diffusione di internet fa sì che, su miliardi di utenti, un certo numero possa sviluppare condotte disturbate. Questo è del tutto “normale”: la tendenza alle dipendenze, sia sane che patologiche, fa parte dell’essere umano, dalla nascita alla morte, poiché attiene al rapporto profondo dell’uomo con i suoi oggetti e le sue attività.

Moltissimi comportamenti, all’apparenza innocui o banali, possono diventare oggetto di una forma di dipendenza, che può causare conseguenze negative, anche gravi, tanto quanto l’abuso di sostanze tossiche. Sappiamo anche che i meccanismi della dipendenza, che si tratti di sostanze o di comportamenti, sono in parte gli stessi, anche a livello neurofisiologico. Dunque, le “nuove dipendenze” non vanno sottovalutate, per i loro seri rischi a livello psicologico, relazionale, sociale e di salute globale.

Come si manifesta la dipendenza da internet?

La persona che sviluppa un rapporto problematico con internet,  o una vera e propria dipendenza, manifesta “sintomi” in una o più delle seguenti aree:

  1. Dipendenza dai contatti virtuali: le persone che tendono a ricercare e stabilire online relazioni affettive e sociali, trascurando i rapporti reali, hanno aspetti di fragilità e problematiche relazionali irrisolte, per cui, dietro uno schermo, si sentono più sicure, protette, con la possibilità di presentarsi agli altri esattamente come desiderano. Si può assumere un’identità virtuale, anche distante da quella reale: un Sé ideale, tramite il quale relazionarsi con Altri altrettanto idealizzati, inscenando, più che una relazione, una fantasia di relazione, più facilmente gestibile, ma “monca”, in cui vengono appagati bisogni profondi, spesso non pienamente consapevoli. Purtroppo, questa dimensione irreale, parziale, priva la persona di una reale possibilità di incontro con l’Altro, che per quanto possa essere talvolta difficile, contiene sempre il germe di una crescita ed un arricchimento attraverso il confronto con ciò che è diverso da noi, sconosciuto e non controllabile.
  2. Dipendenza da eccesso di informazioni: sempre più persone manifestano una spinta irresistibile a ricercare online qualunque tipo di informazione, anche banale, attraverso continue ed estenuanti ricerche da un sito all’altro, senza più distinguere la reale utilità ed il valore di ciò che stanno ricercando. Avere accesso a una così grande quantità di dati, in ogni luogo ed in ogni momento, alimenta un senso di onnipotenza e controllo che, per quanto illusorio, può generare assuefazione e dipendenza.
  3. Dipendenza dal gioco online: parliamo sia di gioco d’azzardo compulsivo, che attraverso la rete ha trovato una grande facilità di accesso, ovunque, a qualsiasi ora e per qualsiasi fascia d’età, moltiplicando la sua pericolosità, sia di giochi di ruolo interattivi. Questi ultimi prevedono la creazione di un avatar, cioè di un alter-ego virtuale, di cui possono essere scelte le caratteristiche fisiche e psicologiche, con una grande facilità di immedesimazione, che aumenta il rischio di assorbimento e perdita di contatto con la realtà.
  4. Dipendenza dal sesso online: ci riferiamo a tutte le attività di carattere sessuale mediate dalla rete, dalle chat erotiche al consumo di materiale pornografico. Tra le persone che si avvicinano a questo mondo per curiosità e per “gioco”, alcuni possono cadere in forme di abuso difficilmente controllabili: chi ha difficoltà e paure rispetto ai rapporti fisici ed affettivi reali, ma anche persone con una vita relazionale e sessuale appagante, seppur con altre fragilità.

Naturalmente, non c’è niente di male nel ricercare relazioni e informazioni online, giocare o intrattenersi con il sesso virtuale, ma chi sviluppa una dipendenza perde il controllo, tende progressivamente all’isolamento, al ripiegamento su se stesso, trascurando le persone e le attività offline, con serie conseguenze sul piano delle relazioni, della vita sociale, del lavoro o dello studio.

I campanelli d’allarme, che ci devono allertare rispetto ad uno scivolamento da un uso controllato, anche eccessivo, ad una vera e propria dipendenza, sono:

  • Sentirsi eccessivamente assorbito in pensieri e fantasie riguardanti le attività online;
  • Provare un irrefrenabile impulso a collegarsi a internet;
  • Rimanere online più a lungo di quanto pianificato;
  • Aver tentato ripetutamente di controllare, ridurre o interrompere l’uso di internet;
  • Sentirsi irrequieto, nervoso, depresso o irritabile quando non si è online;
  • Avere avuto, a causa dell’uso di internet, problemi nelle relazioni, in famiglia, a scuola o a lavoro;
  • Usare internet come mezzo per evadere dai problemi o alleviare la tensione, l’ansia e la depressione;
  • Sentirsi male quando si tenta di ridurre i interrompere l’uso di internet;
  • Avere preoccupazioni o angosce relative al rapporto con internet.

Cosa rende internet un così facile oggetto di dipendenza?

Se, come abbiamo visto, qualsiasi oggetto o comportamento può diventare oggetto di una dipendenza patologica, ci sono alcune caratteristiche che rendono internet particolarmente “appetibile” da questo punto di vista:

  • L’accessibilità, facile e immediata, ad ogni servizio e informazione, permette la gratificazione immediata di ogni bisogno;
  • L’eccitazione, garantita dall’enorme quantità di stimoli disponibili, permette in ogni momento di distrarsi e “tirarsi su”;
  • Il controllo elevato che si esercita sulle attività online alimenta un irreale sentimento di onnipotenza.

Queste caratteristiche appartengono allo strumento stesso, internet, a cui tutti siamo più o meno esposti. Dunque, cosa rende alcune persone più vulnerabili ad un uso patologico della rete, mentre altre non hanno problemi?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prendere in considerazione un complesso intreccio di fattori, tra cui le caratteristiche di personalità, il contesto e il momento di vita del “paziente”.

Chi tende a sviluppare condotte di abuso e dipendenza, in qualsiasi ambito, ha generalmente difficoltà nel controllo degli impulsi: tende ad agire le spinte interne senza un adeguato filtro mentale, ricerca un gratificazione immediata alle proprie pulsioni, poiché non tollera l’attesa e la frustrazione.

Possono essere persone con un profondo senso di vuoto, alla continua ricerca di sensazioni nuove per sentirsi “vivi” e scaricare le tensioni. Può esserci alla base un disturbo dell’umore, anche “nascosto”, con pesanti vissuti di ansia e depressione, oppure sbalzi umorali difficilmente controllabili.

Sono a rischio anche gli individui con uno stile di pensiero ossessivo, che tendono a rimuginare sempre sugli stessi pensieri, e chi è incline ai comportamenti compulsivi, cioè a mettere in atto, sulla base di una spinta interna incontrollabile, rituali o condotte schematiche e ripetitive.

Inoltre, può sviluppare un rapporto malsano con la rete chi ha la tendenza a sognare ad occhi aperti, a rifugiarsi in un mondo privato e immaginario, piuttosto che ad agire concretamente nella realtà. Chi tende all’isolamento e al ritiro, ad evitare le situazioni “difficili” per non esporsi a rischi che comportano, chi è timido, inibito, o anche chi dietro a una spessa corazza caratteriale ha in definitiva una bassa autostima, quindi fa fatica a confrontarsi nel “mondo reale”.

Avendo tutte le forme di dipendenza delle basi comuni, chi è incline ad abuso di sostanze, disturbi alimentari, comportamenti compulsivi e dipendenza affettiva, può più facilmente sviluppare un rapporto malsano con la rete.

Ci sono poi i momenti difficili della vita, le fasi di cambiamento, le perdite e i lutti, che rendendoci più fragili possono predisporci a cercare rifugio nel “paese delle meraviglie” della rete. In realtà, soffermarsi troppo in questo mondo incantato, per quanto possa essere un antidoto immediato al dolore e alle tensioni, blocca i processi mentali necessari ad elaborare i cambiamenti e “rimetterci in pista”. Perché, in definitiva, di fronte ad un grande dolore, si può temporaneamente utilizzare un anestetico, ma l’unico modo per superarlo rimane quello di attraversarlo ed elaborarlo.

Infine, bisogna prendere in considerazione anche l’ambiente di vita della persona, con la sua cultura e “mentalità”, poiché ci sono contesti in cui alcuni comportamenti disfunzionali sono maggiormente tollerati, o addirittura incoraggiati, e c’è nella nostra società una generale tendenza alla “promozione” di atteggiamenti passivi, di ricerca di gratificazioni immediate, ricette magiche, facili soluzioni, da trovare sempre al di fuori piuttosto che dentro noi stessi, ed una “diseducazione” ad affrontare e gestire le frustrazioni, anche le più banali, le normali difficoltà e gli inevitabili dolori della vita.

Soprattutto, non c’è un’informazione adeguata in merito alle nuove dipendenze, cioè alle dipendenze in assenza di sostanze, sempre più diffuse nella nostra società, né una consapevolezza dei reali pericoli della rete e di come arginarli, senza esasperarli, “mitizzarli” o sottostimarli.

E’ sempre più necessaria una promozione della salute a trecentossessanta gradi, cioè fisica e psichica, come previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed una seria politica di prevenzione, a partire da un concreto sostegno alle famiglie ed alla scuola nell’educazione ad un uso consapevole delle nuove tecnologie da parte delle giovani generazioni, nate con lo smartphone e il pc in mano, ma che non sanno come sfruttarne al meglio le potenzialità, dribblando le insidie e i pericoli, di cui la dipendenza è sicuramente uno dei più significativi, ma assolutamente non l’unico da prendere in considerazione.

Psicologa Psicoterapeuta Acilia (Ostia, Infernetto, Casal Palocco-Axa) e Corso Trieste, Roma.

Bibliografia

AA.VV. (2010), Dipendenze senza sostanza. Prevenzione e terapia, Edizioni Psiconline, Chieti.

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